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Le prime immagini di Euclid!

A pochi giorni dal suo arrivo nel punto lagrangiano L2, il telescopio spaziale Euclid ha visto la sua prima luce! E le immagini che sono apparse di fronte agli occhi dei ricercatori hanno superato ogni aspettativa!

Euclid è un telescopio spaziale costruito dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA), che lo scorso 1° luglio è stato lanciato nello spazio con un Falcon 9 di SpaceX. La sua destinazione: il punto lagrangiano L2, a 1,5 milioni di km dalla Terra. Da qua il telescopio può eseguire le sue delicate osservazioni, specie quelle infrarosse, senza essere disturbato dal Sole e dalla Terra. Inoltre può rimanere in contatto quasi ininterrottamente con i ricercatori!

Durante il viaggio il telescopio non è stato inattivo. Un po’ per volta gli ingegneri di volo hanno acceso i vari sistemi e gli strumenti, eseguito le calibrazioni, e ottenuto le prime immagini. E il risultato è fantasmagorico!

L’Universo in luce visibile

Il primo strumento di Euclid è la fotocamera VIS (abbreviazione di VISible), specializzata nell’osservazione della luce a cui sono sensibili anche i nostri occhi, e quindi detta genericamente “luce visibile”. Con questo strumento i ricercatori vogliono mappare accuratamente la posizione e la forma di miliardi e miliardi di galassie remote, fino ad appena 2 miliardi di anni dal Big Bang (cioè 11,8 miliardi di anni fa). È il cosiddetto “mezzogiorno cosmico“, l’epoca alla quale avvenne il picco della formazione stellare e galattica. La prima immagine di VIS non ha deluso le aspettative!

Immagine di commissioning iniziale ottenuta con uno dei 36 CCD di VIS. Il sensore ha catturato la luce di galassie antiche di miliardi di anni, oltre che di molte stelle della Via Lattea “intruse”. ESA/Euclid/Euclid Consortium/NASA, CC BY-SA 3.0 IGO

VIS è dotata di 36 CCD (Charged-Coupled Device), sensori simili a quelli usati nelle comuni fotocamere. Ciascuno di essi ha una risoluzione di 4.000×4.000 pixel, e questo significa che l’intero piano focale di Euclid è composto da ben 576 megapixel! Un profluvio di informazioni, che permetterà a questo telescopio di mappare oltre 1/3 dell’intera volta celeste. L’immagine a lato mostra l’intero piano focale del telescopio, da cui è stata estratta l’immagine del dettaglio soprastante. La sensibilità dello strumento copre le lunghezze d’onda tra i 550 e i 900 nanometri.

L’inizio delle operazioni di VIS non è stato però senza un grosso spavento! Le prime immagini infatti mostravano una fastidiosa contaminazione luminosa, che penalizzava molto le osservazioni. Fortunatamente si è scoperto che si tratta di luce del Sole, che sotto certe angolazioni penetra nel telescopio da una sottile fessura laterale. Nulla che non possa essere risolto cambiando leggermente l’orientamento della navicella.

L’Universo in luce infrarossa

L’altro strumento di Euclid è NISP (Near-Infrared SPectrometer), un’altra fotocamera estremamente precisa e potente. È la fotocamera infrarossa più avanzata mai mandata nello spazio! Il suo compito è studiare le stesse galassie osservate da VIS ma in luce infrarossa, in modo da estrarre più informazioni sulla loro composizione e struttura, e anche in questo caso i risultati non hanno deluso!

Immagine di commissioning iniziale ottenuta con uno dei 16 sensori di NISP. Anche in questo caso vediamo galassie antiche di miliardi di anni. ESA/Euclid/Euclid Consortium/NASA, CC BY-SA 3.0 IGO

Anche NISP, come VIS, è formata da uno schieramento di molti sensori, 16 per l’esattezza, disposti in una griglia quadrata. Ciascuno di essi possiede una risoluzione di 2.040×2.040 pixel, per un totale di oltre 66 megapixel. È questo il numero a rendere NISP la fotocamera infrarossa dei record! Completa la sensibilità di VIS, osservando luce tra i 900 e i 2200 nanometri. Sulla sinistra si può ammirare l’immagine dell’intero piano focale dello strumento, da cui è stato estratto il dettaglio soprastante.

Ma NISP non fa solo immagini semplici. Come dice il nome, questo è anche uno spettrografo, cioè è in grado di scomporre la luce delle galassie in lunghe strisce, come degli arcobaleni. In quelle strisce sono contenute non solo le informazioni di composizione chimica, ma anche di velocità di allontanamento. E da questo valore possiamo ricostruire la distanza grazie alla legge di Hubble!

Immagine di commissioning iniziale ottenuta con NISP in modalità spettrografo. Da ciascuna di quelle strisce è possibile ricavare informazioni sulla distanza e composizione di galassie a miliardi di anni luce! ESA/Euclid/Euclid Consortium/NASA, CC BY-SA 3.0 IGO

In pratica, combinando le informazioni di posizione e morfologia fornite da VIS e quelle di composizione e distanza fornite da NISP sarà possibile non solo mappare accuratamente miliardi di galassie in 3D, ma anche di tracciare la distribuzioni di alcune delle componenti più sfuggenti dell’universo: la Materia e l’Energia Oscura! Sono infatti loro due le vere destinatarie di questa missione, il cui motto è proprio “svelare l’Universo oscuro”.

Visti i primi risultati, e considerato che le immagini pubblicate non sono ancora nemmeno state ripulite e calibrate, non si può che avere altissime aspettative!

Consulta la release ufficiale dell’ESA qui!

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